18 March 2021

Riciclo: la “Settima Risorsa” che dà speranza al futuro

Il 18 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Riciclo istituita dalla Global Recycling Foundation: per ricordare che il recupero e il riutilizzo abbattono le emissioni di una nuova produzione e preservano il pianeta da un eccessivo sfruttamento delle sue risorse naturali.

Per soddisfare i bisogni primari di quasi 8 miliardi di abitanti del pianeta terra, è proprio il caso di dirlo, occorre disporre di un abbondante bacino di risorse primarie da cui attingere.

Questa ricchezza presente in natura, per quanto consistente, non ha il potere di essere inesauribile e già da diverso tempo vi sono chiarissimi segnali d’allerta di un imminente – e irreversibile – out of stock (per utilizzare un linguaggio figlio del nostro tempo).

Acqua, aria, carbone, petrolio, gas naturale e minerali sono le sei risorse primarie in rapido esaurimento a cui non si potrà chiedere per sempre di rispondere al fabbisogno del nostro (spesso medio-alto) tenore di vita. Ecco perché il BIR (Bureau of International Recycling) ha pensato di trovarne una settima: non in natura ma, per una volta, dalla parte della natura.

I materiali riciclati sono uno dei preziosissimi strumenti che l’umanità ha in mano per contrastare il cambiamento climatico. Non solo per evitare lo sperpero di risorse, ma anche per limitare sensibilmente le emissioni di CO2 dei processi produttivi e invertire la tendenza di un consumo sregolato, estemporaneo ed esasperatamente usa e getta.

La sfida mondiale a colpl di riciclo: l’Italia in vetta alla classifica europea

Per cogliere il potenziale di questa pratica virtuosa, partiamo da qualche dato emblematico.

Rimaniamo in Italia, e teniamo conto delle sue ottime prestazioni su scala globale in termini di percentuali di riciclo.

Tanto per capirci, il riciclo degli imballaggi del nostro Paese è secondo solo a quello della Germania, mentre quello dei rifiuti pro-capite è più alto in Italia che in qualsiasi altra nazione europea. Secondo l'Eurostat infatti recuperiamo il 79% degli scarti prodotti, industriali e urbani, che corrisponde al doppio rispetto alla media europea (39%).

Il report GreenItaly. 2020 ci fornisce poi uno spunto molto incoraggiante: in Italia si è attivato un ciclo virtuoso che comporta un risparmio potenziale di 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, e 63 milioni di tonnellate di CO2. Tirando le somme: il 14,8% delle emissioni nocive per il clima.

E uno zoom più mirato sui centri urbani, infine, ce lo suggerisce l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), rivelandoci che ogni cittadino italiano, in un anno, produce in media 500 kg di rifiuti. Una mole notevole, che però si accompagna al risultato positivo del 3,1% di incremento della raccolta differenziata nei centri urbani da Nord a Sud.

Insomma, il riciclo è entrato in tendenza. E il rifiuto è e diventa, sempre di più, un’opportunità.

Vetro e alluminio: quando il rifiuto si trasforma in materia prima secondaria

Recuperare e riutilizzare ha un primo risultato visibile, che consiste nell’evitare l’accumulo di scarti e rifiuti nelle discariche che si trovano già ben oltre la soglia di saturazione.

Ma la tanto citata transizione ecologica – che dovrebbe guidarci verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 attraverso le rinnovabili, l’agroecologia, l’economia circolare, la mobilità a zero emissioni e il rispetto della biodiversità – ha bisogno di appoggiarsi ad un vero cambio di passo.

Vi siete mai chiesti quante volte può essere riciclato un materiale?

La plastica (PET/PE), per esempio, solo 1-2 volte perché, da quel momento in poi, perderebbe le sue intrinseche proprietà. Il vetro e l’alluminio, invece, non conoscono limiti. Tanto che si può sostenere che una vetreria rappresenti un modello di economia circolare perfetto, e che il riciclo del vetro coincida con un ciclo chiuso e autosufficiente.

I benefici ambientali sono evidenti e vanno dal risparmio di energia, alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e dell’attività estrattiva, fino al risparmio delle materie prime.

Secondo il Coreve, tutta la Materia Prima Seconda (MPS) che le vetrerie produttrici di imballaggi hanno riciclato nel 2019 (sia proveniente dalla raccolta differenziata nazionale di imballaggi che da altre origini) ha consentito una riduzione dell’uso di materie prime tradizionali (sabbia, soda, carbonati, etc.) per oltre 3,6 milioni di tonnellate, una quantità il cui volume occuperebbe più di una volta e mezza quello del Colosseo.

Smaltire nel modo giusto per produrre e consumare… il giusto 

Da cosa nasce cosa.

E se il corretto conferimento dei rifiuti genera la possibilità di continuare a produrre e fruire col minor impatto possibile, avremo raggiunto il più ambizioso dei risultati. Che porterà a consumare meno e meglio pur continuando a farlo senza privazioni, ma solo con maggiore responsabilità e uno sguardo attento al futuro del pianeta.

Da un punto di vista ideale, il ricorso all’incenerimento e alle discariche indifferenziate dovrebbe essere ridotto ad una minima fetta inevitabile. L’economia circolare punta a farsi zero waste, a compensare le emissioni, a ripartire dai propri scarti per rigenerarsi autonomamente.

Il futuro è nel rifiuto, in poche parole.

Siamo noi a decidere se fare dello scarto un problema o una risorsa. Ed è da quel che ne resta che raccoglieremo – nel bene e nel male – quel che sarà.

 

 

Il fine vita (e il nuovo inizio) degli agricosmetici Oway

Beninteso: questa giornata è un monito, una luce accesa sulle priorità del nostro millennio.

E noi la festeggiamo con i gesti tutti i giorni, facendo scelte ponderate e indirizzate ad una produzione carbon neutral, plastic free e zero waste.

Il riciclo è, e deve diventare sempre più, il centro del nostro stile di vita.

Gli agricosmetici Oway sono concepiti circolarmente a vari livelli: dalla scelta delle materie prime e dei processi estrattivi, fino al contenuto e al contenitore delle proprie formule.

Ogni scelta, qualunque piccolo dettaglio, concorre a facilitare il riuso, il recupero e la riqualificazione dello scarto. Non a caso i flaconi di vetro e i tubi di alluminio sono packaging riciclabili al 100% e per un numero infinito di volte. L’involucro elettivo e la miglior “pelle” per conservare formule ricche e concentrate: materiali preziosi e protettivi che rispettano l’ambiente.

Il loro confezionamento si limita a questo involucro indispensabile, senza richiedere astucci o overpackaging inquinanti e superflui. Solo se necessario, i prodotti sono contenuti in cofanetti di betulla riutilizzabili o, ancora, in carta recuperata dagli scarti agricoli come la Tree Free, che per questa ragione non deriva dall’abbattimento di alberi.

Le etichette apposte sui flaconi, custodi della ricchezza formulistica e dei valori dell’agricosmetica, sono in carta FSC: una scelta ecosostenibile che non compromette la riciclabilità dei contenitori e che ne permette lo smaltimento nella campana del vetro, senza la necessità di rimuovere preventivamente l’etichetta.

E poi ci sono i tappi in metallo, che sigillano e conservano i preziosi ingredienti delle formule permettendo l’intercambiabilità e il riutilizzo dei dispenser: un accessorio importante che può essere recuperato dal flacone terminato, per un’erogazione altrettanto sicura e concentrata.

Per adottare realmente uno stile di vita responsabile occorre porsi delle domande e darsi delle priorità. Ma declinarlo in azioni reali e concrete diventerà sempre più semplice se le aziende produttrici faciliteranno la transizione. Ecologica, sì, ma anche culturale.

MORE FROM JOURNAL

Il riuso è chic: il nuovo paradigma della moda consapevole, che ricrea all’infinito

In un mondo in cui tutto è già stato creato, l’unica tendenza che non muore mai è quella ad annoiarsi.   La moda innova, stupisce, scardina i paradigmi ma, in fondo, per molti decenni ha creduto al principe di tutti gli inganni: l’idea che bello e desiderabile fossero sinonimi di inedito.

A caccia di esperienza: l’arte dei dettagli che contano

Quando desideri e aspettative vengono assolti tramite sensazioni, ha luogo l’esperienza. Quando l’esperienza travalica i confini dell’usuale e viene arricchita dalla cura dei dettagli, dal valore dell’accoglienza e dall’anticipazione delle necessità, prende forma il ricordo. Che, siamo pronti a scommettere, sarà indimenticabile.

Upcycling: il ri-uso migliorativo che ricolloca e nobilita lo scarto

Upgrade del recycling, antidoto al downcycling e rivisitazione creativa del concetto di vintage, quest’abitudine virtuosa sbaraglia la concorrenza del rifiuto e rimette in circolo prodotti, materie prime e oggetti destinandole a nuova, impensata vita.

Select country and language

Close

Nord Europa

  • Estonia
  • Danimarca
  • Finlandia
  • Lettonia
  • Lituania
  • Olanda
  • Svezia

Sud Europa

  • Spagna
  • Grecia
  • Italia
  • Malta
  • Portogallo

Ovest Europa

  • Belgio
  • Croazia
  • Repubblica Ceca
  • Germania
  • Francia
  • Irlanda
  • Lussemburgo
  • Austria
  • Regno Unito

Europa centrale e dell'est

  • Bulgaria
  • Ungheria
  • Polonia
  • Romania
  • Slovacchia
  • Slovenia

Altre

  • Stati Uniti
Chiudi

Utente loggato

Chiudi